L’INIZIO DI OGNI COSA di LUCA AMMIRATI
Dopo le prime pagine, ho pensato: “Elegante” e quanto ho chiuso “L’inizio di ogni cosa” sull’ultima parola, ho confermato il giudizio.
Se è vero che l’eleganza si vede dai dettagli, il romanzo di Luca Ammirati è pieno di dettagli, di finezze, mai ostentate, ma che sono lì, per chi le sa coglierle e ti viene da chiederti quali non avrai colto, pur avendo goduto a pieno della storia di crescita di Tommaso, professore di lettere in quel di San Remo.
Un giovane brillante che deve fare i conti con alcuni fantasmi del suo passato e non esiste miglior luogo per rinascere tra le macerie suggestive di Bussana Vecchia. Un paese dell’entroterra ligure (da visitare senza dubbio) che dopo il terribile terremoto del 1887 è completamente crollato, distrutto, ma poi inaspettatamente rinato, grazie alla presenza di una comunità di artisti che vi si era insediata dagli anni ‘50. Saranno gli stessi abitanti dell’antico Borgo che indicheranno la strada giusta a Tommaso per andare incontro alla sua nuova vita. Bussana diventa così il simbolo affascinante della rinascita del professore.
E che dire di tutti quegli “incipit” che Tommaso raccoglie con dedizione in un Moleskine arancione (io li ho sempre usati neri) , gli stessi incipit con cui inizia ogni capitolo, puntuali, precisi sul momento che il protagonista vive.
Tutti, eccetto l’ultimo, in cui Ammirati lascia il posto a una delle più intense frasi che concludono un romanzo (per una volta un excipit) il Grande Gatsby: “Così continuiamo a remare barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato”.
Come per le belle poesie, ognuno interpreta i simboli come crede, ma nel mio ottimismo io ho letto la speranza di un inizio, sempre presente in ogni fine e questo pensiero mi ha fatto ancora più amare la bella storia di Tommaso, raccontata con stile da Luca Ammirati ne “L’inizio di ogni cosa”. Bravo!