Oggi si celebra l’Ascensione, ovvero il ritorno di Gesù Cristo in cielo, nella sua natura divina e in quella umana glorificata che cade quaranta giorni dopo la Pasqua.
Si tratta forse di uno dei giorni che in Italia contano il maggior numero di tradizioni contadine ben auguranti. Di fatto in questo periodo inizia la bella stagione e si spera in raccolti abbondanti e tempo favorevole, possibilmente senza la minaccia della grandine.
Così, tanto per cambiare, anche a Garessio, sulla Montagna Incantata di Paolo Sappa c’è un importante rito da ottemperare. L’uovo dell’Ascensione, appunto.
La sera della vigilia dell’Ascensione si puliscono i nidi e si preparano con paglia pulita
Il mattino dopo si sceglie un uovo bello sano e lo si conserva in casa o in un posto pulito e asciutto.
Questo avrà la “capacità ” di proteggere i raccolti da grandine e intemperie.
Pare che l’uovo dell’Ascensione venisse dato anche ai figli partiti in guerra come portafortuna.
Se viene rotto, dopo un anno è disidratato, secco, ma non guasto.
“Già, però, se uno non ha pollaio, uova e galline, come fa?” ho chiesto a Paolo.
“Si fa regalare un uovo dal vicino di casa” mi ha risposto.